Titolo: Le assaggiatrici
Autrice: Rossella Pastorino
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2018
Recensione di: Anna Olivieri

 

11 aprile 2020

“Quando si mangia si combatte con la morte”, ricorda Rosa Sauer, come se le parole della madre, pronunciate durante la sua infanzia, avessero fatalmente previsto il destino a cui sarebbe andata incontro la figlia quando, nell’autunno del ’43, ventiseienne, è costretta a diventare una delle dieci assaggiatrici di Hitler.
In fuga dai bombardamenti di Berlino, la giovane si rifugia dai suoceri a Gross-Partsch, un villaggio della Prussia Orientale vicino alla Tana del Lupo, inconsapevole di essersi avvicinata così pericolosamente al nemico, alla morte.
Appena arrivata, le SS le comunicano il suo nuovo lavoro. Non può rifiutarsi. Per alcune di loro è un onore, possibili vittime sacrificali per la sicurezza del Führer, per la maggioranza un incubo, una costante, quotidiana condanna a morte, reiterata, solo rimandata.
Ogni giorno. Sarà il caso a decidere: in caserma, sotto gli occhi di soldati armati, ad ogni pasto si rischia la vita. Ognuna deve provare un menu diverso, perché tutti i piatti che verranno offerti al Führer devono essere testati. E le cavie poi devono aspettare. Aspettare di sapere se oggi moriranno oppure no. L’attesa per sapere se il cibo contenga del veleno è interminabile. Cibo che le sazia, tra fame e paura, tra nausea e voluttà.
E in quest’esistenza sospesa, in bilico tra terrore e ansia di vivere, di sopravvivere un giorno di più, Rosa continua ad attendere: aspetta il ritorno del marito Gregor, forse disperso sul fronte orientale, dopo aver “subìto” la sua scelta di arruolarsi, dopo solo un anno di matrimonio.
Intanto la sua esistenza si intreccia con quella delle sue compagne, donne forzatamente accomunate dalla stessa terribile minaccia, molto diverse tra loro, divise da diffidenza e paura o unite da istintive alleanze.
Ma quando, nella primavera del ’44, il tenente Ziegler arriva in caserma instaurando un clima di terrore, tra lui e Rosa si consuma l’indicibile. “Sottratta a ogni controllo sulla mia stessa vita, mi abbandonavo all’arbitrarietà degli eventi…Ziegler mi aveva guardata, anzi mi aveva vista. In quel luogo, in quel momento, era stato sufficiente.”
Sarà stanca anche Rosa, alla fine, di lasciarsi trascinare dagli altri, nel vortice dalla violenza della Storia. “Non ne posso più di sopravvivere… prima o poi voglio vivere.”

Perché è importante leggerlo. Ispirato alla storia vera di Margot Wölk, “Le assaggiatrici” ci fa addentrare nelle pieghe ambigue dell’animo umano, messo alla prova dalla solitudine e dalla paura. Scardinate illusorie certezze, ci si domanda fino a che punto possono portarci le nostre più istintive pulsioni, di vita, di desiderio, di sopravvivenza, sondando l’insondabile, sfidando l’inaccettabile, in quell’ambigua contaminazione di bene e male che è la vita.

L’autrice della recensione. Sono Anna Olivieri, mi occupo da anni di migranti, essendo profondamente convinta che ognuno di noi dovrebbe aver la possibilità di scegliere in libertà il proprio posto nel mondo, senza che ci sia bisogno di qualcuno che ne difenda i diritti.
Quando finalmente l’integrazione e l’inclusione non saranno più qualcosa per cui battersi, ma una realtà acquisita, potrò finalmente rilassarmi godendomi solo il piacere di un bel libro!