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Donne e luoghi comuni
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Le donne appartengono a tutti i luoghi in cui vengono prese le decisioni. Non dovrebbero essere l’eccezione.
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~ Ruth Bader Ginsburg ~
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Gli uomini provengono dalla Terra. Le donne provengono dalla Terra. Accettatelo. |
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No, non luoghi comuni nel senso di stereotipi, cliché, preconcetti. Ma luoghi comuni agli uomini e alle donne, luoghi che appartengono tanto alle donne quanto agli uomini, come sintetizzato perfettamente dall’affermazione di Ruth Bader Ginsburg* con la quale apriamo questa rassegna stampa internazionale, uno sguardo femminile su quello che succede nel mondo. |
E come suggerisce la cartolina qui sopra. |
Quale migliore segnale, allora, la decisione annunciata il 6 febbraio da Papa Francesco che ha nominato la prima donna con diritto di voto al sinodo dei Vescovi: un fatto epocale per la Chiesa. La notizia rimbalzato sui principali giornali internazionali: in Italia ne hanno scritto subito il Corriere della Sera e Famiglia Cristiana. |
* Ruth Bader Ginsburg è stata una giurista, magistrata e poi giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti: posto che ha ricoperto, quest’ultimo, da quando venne nominata da Bill Clinton nel 1993 e fino al decesso avvenuto nel settembre 2020, nel pieno della campagna elettorale americana durante la quale è stata al centro di una battaglia ideologica interpretata da Donald Trump per attaccare i diritti delle donne. Qui su di lei un articolo in italiano di Wired, e su Il Fatto Quotidiano, su Globalist, uno su come Trump abbia usato la morte della giudice per la propria ideologia, finendo per sostituirla con l’antiabortista Amy Coney Barrett, il cui profilo si trova, tra gli altri, su AdnKronos. |
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Il New York Magazine ha messo copertina il drammatico dato delle donne che hanno perso il lavoro negli Stati Uniti (e, aggiungiamo noi, ovunque) in questo anno di pandemia. “Un danno incalcolabile” si legge nel sommario. |
“La parità di genere in pericolo: le donne rappresentano il 100% delle perdite di posti di lavoro a dicembre” spiega uno dei tanti titoli su questo dato dell’ultimo mese del 2020 quando sono sfumati 140.000 posti, con un dato negativo di – 156.000 per le donne e invece un saldo positivo di +16.000 per gli uomini. Ne ha scritto diffusamente Fortune. |
Ma proprio ieri sera è uscito un dato ancor più inquietante su gennaio: la disoccupazione femminile statunitense sarebbe aumentata di 275.000 unità, quella maschile di 71.000. Su NBC uno dei tanti articoli. Un gap sempre molto ampio con uno svantaggio evidente per le donne. La scelta forzata tra la cura dei figli e della casa e il lavoro e il crollo dell’economia in settori con alta percentuale di presenza femminile sono i due principali fattori di questo preoccupante fenomeno. |
Stephanie Aaronson, direttrice del programma di studi economici presso la Brookings Institution, spiega che anche quando si dovessero riaprire nuove opportunità lavorative magari in altri settori “la transizione da un settore all’altro richiederebbe molto più tempo. E molti potrebbero scoprire che i lavori per i quali sono idonei hanno salari inferiori rispetto ai loro lavori precedenti impieghi e questo sarà scoraggiante”. |
Dicembre nero anche per le lavoratrici italiane che hanno rappresentato la quasi totalità dei posti persi: 99.000 su 101.000. Il 98%! Su Io Donna un approfondimento ricco di dati. |
“5 dati che ci spiegano perché è così bassa”, l’articolo di Alley Oop. |
“Un’emergenza nazionale”, ha detto, all’agenzia Dire, Linda Laura Sabbadini. |
Su BBC una storia, come tante, di donna che ha lasciato il lavoro per accudire casa e famiglia |
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Restando nel tema “belle copertine di settimanali”, questa è quella del Time con la foto della giovanissima poetessa Amanda Gorman, che ha recitato la sua poesia all’inaugurazione di Joe Biden e Kamala Harris, intervistata da Michelle Obama. Un numero speciale, con un’ampia sezione dedicata al Black Renaissance, il Rinascimento nero. In italiano, un articolo di Elle riprende passaggi della speciale intervista. |
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Il Covid nei Paesi governati da donne: un caso non a caso
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No, non un caso ma tanti. E non si tratta di ideologia ma di fatti. |
“Gli studi hanno dimostrato che i paesi in cui le donne sono i capi di governo stanno registrando risultati migliori per il COVID-19″, scrive la testata americana The Hill che parte proprio da questi studi per fare un’analisi. La spiegazione non starebbe solo nelle azioni intraprese ma anche nella comunicazione. Si legge nell’articolo: |
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«… lo studio ha rilevato che i leader maschi, tra cui l’ex presidente Trump e Bolsonaro, erano tra coloro che usavano un linguaggio più aggressivo in riferimento alla pandemia, comprese le metafore di guerra. “Gli uomini erano più propensi a usare tattiche basate sulla paura per ispirare i cittadini, mentre più donne si sono concentrate sull’empatia e hanno usato esempi personali per promuovere la solidarietà e l’unità» |
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A primavera, Forbes, https://www.theguardian.com/world/2020/apr/25/why-do-female-leaders-seem-to-be-more-successful-at-managing-the-coronavirus-crisis e altre testate avevano già messo in evidenza questo fenomeno. |
E forse non sarà un caso se uno degli esempi di Welfare italiani – quello emiliano – sia stato pensato e governato per dieci anni, dal 1970 al 1980, da una donna, Ione Bartoli, ora 91enne, la prima assessora in Italia a occuparsi di questo tema. Su ReggioOnLine una recente e bella intervista a Bartoli, mentre su Il Fatto Quotidiano si trova un articolo di qualche anno fa sull’importante lavoro culturale dietro questo modello che resiste alla prova del tempo. |
Ma questa è stata anche la settimana in cui la Presidente della Commissione Europea ha ammesso errori nel piano vaccinale, sottovalutando i problemi della produzione “L’anno scorso ci siamo focalizzati sulla necessità di sviluppare al più presto i vaccini, un processo che di solito dura 5-10 anni. Forse – in parallelo – avremmo dovuto concentraci di più sui problemi legati alla loro produzione di massa. Li abbiamo sottovalutati”, ha detto Ursula Von Der Leyen. Oggettivamente una notizia e i giornali internazionali ne hanno scritto usando termini diversi: una panoramica l’ha fatta Il Fatto. Il Financial Times ha colto subito la palla al balzo: “Le donne non sono tutte eccellenti nell’affrontare la crisi. Quindi?”, scrive Pilita Clark. La teoria è che la magnificazione delle politiche contro la pandemia messe in atto dalle donne sia solo una teoria, appunto, per di più controproducente perché discriminante. |
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Le donne Uiguri e altre notizie dal mondo
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🌎 “Le donne nei campi di ‘rieducazione’ per gli Uiguri in Cina sono state sistematicamente violentate, abusate sessualmente e torturate”: lo scrive BBC in uno speciale che ha riacceso i riflettori internazionali sulla situazione nei campi in cui viene tenuta la minoranza di religione islamica nella regione dello Xinjiang, in Cina. Hanno ripreso la notizia Open.online e Repubblica. |
🌍 Infibulazione e pandemia: il 5 febbraio il mondo ha celebrato la giornata contro le mutilazioni genitali femminili. Un rito diffuso in molte parti del pianeta come tradizione ancestrale ma praticato ovunque, anche in Italia. Su Vita un dettagliato articolo. In Germania si stima che le donne sottoposte all’infibulazione siano state 70.000 e che altre 15.000 siano a rischio. Ne a scritto la Deutsche Welle. Su Artribune un progetto fotografico di Marzia Bianchi, nato dalla sua esperienza personale. |
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💬 Il guaritore infetto, la cura ai tempi del coronavirus. Il libro di Nadia Muscialini diventa occasione di dibattito grazie alla Biblioteca Sicilia di Milano: appuntamento il 10 febbraio alle 18. Qui tutti i dettagli |
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